Gli aspiranti intenditori hanno imparato ad ascoltare un vino e a pesarlo con le mani
Il rosso trasparente di un Borgogna si può "vedere" anche senza gli occhi. Basta accostare al bicchiere il naso, ascoltarne il rumore mentre scorre nel vetro, pesarne la consistenza con la mano. È più o meno in questo modo che a Bologna è finito il primo corso organizzato dall'Associazione Italiana Sommelier dedicato alle persone non vedenti. Partito a settembre si è appena concluso con un pranzo-lezione (in foto) sui colli bolognesi e ha consentito a 14 persone cieche di avvicinarsi al mondo affascinante del vino con un corso strutturato appositamente per loro. Tanto che alcuni stanno ora pensando di frequentare il corso tradizionale dell’associazione.
Del resto le persone non vedenti sono molto più attente nell'uso dell'olfatto e del gusto, sensi che addestrano e sviluppano più che i vedenti. E quella visiva è soltanto una delle fasi di assaggio di un vino. Solo che tutte le degustazioni sono pensate per i vedenti e quindi tagliano fuori, o almeno mettono in disparte, chi non può vedere. "L'idea mi è venuta a un congresso a Trento, dove presentavano un attrezzo che consentiva alle persone cieche di capire se un vino è rosso, bianco o rosato", racconta Mauro Manfredi, vice responsabile didattica regionale dell'Ais e ideatore del corso, curato dall'Ais di Bologna. "Allora mi sono detto che si poteva fare qualcosa di meglio – continua – Credo che questo corso sia unico in Italia, non ne esistono altri così strutturati. Finora i non vedenti al massimo venivano aiutati se volevano seguire le nostre lezioni tradizionali, ma non è la stessa cosa. I ciechi poi sono persone molto attente e concentrate".
Così fra i tavoli di degustazione, lezione dopo lezione, gli aspiranti sommelier hanno toccato con mano le barbatelle dell'uva, annusato le spezie, assaggiato vari vitigni e servito il vino da veri sommelier, imparando ad ascoltare un vino e a pesarlo con le mani per capirne la consistenza e le caratteristiche tipiche. Per le bollicine, ad esempio, sono partiti dall'ascoltare il rumore dell'acqua frizzante e l'hanno confrontato con quella di varie tipologie di spumanti. E poi hanno terminato il corso con una lezione in cantina, per toccare con mano come il vino nasce. L'Ais per l'occasione ha anche fatto stampare un libro in braille sul mondo del vino. "Abbiamo iniziato in 14 e finiamo in 14, con grande soddisfazione di tutti", commenta Mauro Marchesi, presidente bolognese dell'Univoc, l'Unione nazionale volontari pro ciechi che ha collaborato al corso. "Si sono sentiti tutti a proprio agio – continua – hanno imparato a educare i propri sensi e a comunicare le sensazioni che provavano. Potrebbe essere anche uno sbocco professionale interessante".
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Fonte: La Repubblica, 27/01/2019